6 Giugno 2008, Convegno Sclerosi Tuberosa - Siliqua

Mini-congresso MALATTIE RARE: SCLEROSI TUBEROSA, presso l'aula congressi del Monte Granatico ( fronte parrocchia S.Giorgio ) alle ore 19:00 patrocinato dal Comune di Siliqua

Moderatore Dott. MARIO LOI

Testo Tratto dal sito dell'A.S.T. Cos'è la S.T.?

COS'È LA SCLEROSI TUBEROSA?
La sclerosi tuberosa è una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante che interessa più organi tra cui il cervello, i reni, il cuore, la retina e i polmoni. È dovuta ad un difetto nel controllo della proliferazione e differenziazione cellulare, tale per cui si sviluppano amartomi multipli (angiomiolipomi renali, angiofibromi cutanei, astrocitomi gigantocellulari cerebrali e retinici, rabdomiomi cardiaci e linfangioleiomiomi polmonari) in diversi organi la cui funzione può alla fine risultare compromessa. I sintomi neurologici principali sono il ritardo mentale, l'epilessia, disturbi psichiatrici e problemi comportamentali.

CHI L'HA SCOPERTA?
Il primo riferimento a questa malattia risale al secolo scorso, quando Friedrich von Recklinghausen il 25 marzo 1862, dinnanzi all'associazione degli ostetrici di Berlino, ne delineò brevemente i segni anatomopatologici. Qualche anno dopo (1879), Désiré-Magloire Bourneville, neurologo allievo di Charcot, coniò il termine sclerosi tuberosa delle circonvoluzioni cerebrali, intendendo con ciò sottolineare l'aumentata consistenza della corteccia e la riduzione della profondità dei solchi cerebrali in alcune aree dell'encefalo. Queste aree vengono ancora oggi chiamate tuberi corticali; in realtà si tratta di amartomi, cioè di aree popolate da diversi tipi di cellule nervose ( glia, astrociti e neuroni ( stratificate in modo irregolare rispetto al tessuto cerebrale normale circostante, per un'anomalia di migrazione, proliferazione e forse di differenziazione. Queste lesioni variano per numero e dimensione da individuo e individuo e sono all'origine dei disturbi neurologici della ST. I primi due pazienti descritti da Bourneville manifestavano crisi epilettiche e ritardo mentale. Il loro viso, specie le guance ed il mento, era punteggiato di formazioni vescicolo-papulari che richiamavano l'adenoma sebaceo. Oggi questi segni cutanei al volto sono riconosciuti essere tipici della malattia e chiamati più propriamente angiofibromi facciali.

QUANTO È FREQUENTE?
Dai primi anni di questo secolo fino a poco tempo fa si faceva diagnosi di ST solo se un malato presentava crisi epilettiche, angiofibromi facciali e ritardo mentale (triade di Vogt). Ora sappiamo che neppure un terzo dei pazienti con ST può essere identificato con questa triade e più della metà non ha ritardo mentale. Infatti, oggi, anche grazie all'impiego di metodi diagnostici sofisticati quali la TAC (tomografia assiale computerizzata) e la RMN (risonanza magnetica nucleare), la ST sembra oggi essere molto più frequente di quanto si riteneva in passato. Stime recenti indicano una prevalenza di malati nella popolazione pari a 1 su 6800 individui. È probabile che questo numero sia sottostimato a causa della difficoltà di identificare i portatori di segni molto sfumati di malattia.
PER DIAGNOSTICARLA E CURARLA OCCORRE CONOSCERLA
Una caratteristica ben nota di questa malattia è che i sintomi possono variare molto da soggetto a soggetto, sia tra famiglie diverse che tra malati all'interno della stessa famiglia. L'eterogeneità dei sintomi è infatti la regola e non l'eccezione. Alcuni dei meccanismi alla base di questa variabilità sono oggi noti, altri sono ancora oggetto di ricerca. A causa di questa variabilità di espressione clinica può a volte essere difficile raggiungere una diagnosi certa. È necessario quindi avere familiarità con tutte le possibili manifestazioni cliniche e patologie che possono interessare organi diversi. Ciò non solo a scopo diagnostico ma anche per instaurare terapie personalizzate e pianificare esami periodici di controllo per prevenire complicazioni in un organo specifico.
I TEST GENETICI
C'è una grande attesa di test genetici rapidi e sicuri, ora che i due geni responsabili della ST sono stati finalmente isolati e che si è ormai conclusa la prima fase di messa a punto di metodiche per la ricerca delle mutazioni. I progressi delle tecniche di biologia molecolare permettono già oggi di accertare o escludere la malattia nei soggetti con segni clinici dubbi e di assistere quei genitori che volessero avere altri figli avendo già avuto un figlio malato o essendo, la malattia, diagnosticata in uno dei genitori fornendo loro un test genetico prenatale entro il terzo mese di gravidanza.
CRITERI DIAGNOSTICI
Nel Luglio del 1998 un gruppo di esperti internazionali ha effettuato una revisione dei criteri diagnostici della ST sulla base delle nuove conoscenze emerse dagli studi clinici e di genetica molecolare. Le manifestazioni cliniche sono ora classificate in criteri maggiori e minori. I segni maggiori comprendono quelle manifestazioni che hanno un alto grado di specificità per la ST, mentre nella categoria minore rientrano segni e sintomi meno specifici. I nuovi criteri diagnostici sono riassunti nella tabella
1. La presenza di 2 criteri maggiori o di un criterio maggiore associato a due criteri minori permettono una diagnosi certa di ST. Un criterio maggiore associato ad un criterio minore indicano una diagnosi probabile di ST, mentre un solo criterio maggiore o due o più criteri minori suggeriscono una diagnosi possibile. Nei nuovi criteri nessuna manifestazione isolata della malattia è considerata patognomonica. A causa della estrema variabilità dell'espressione clinica e della gravità della ST, la diagnosi può essere difficile nei soggetti che presentano solo lievi manifestazioni della malattia.

TABELLA 1: Criteri Diagnostici
CRITERI MAGGIORI

1. Angifibromi facciali o placca fibrosa rilevata sulla fronte
2. Fibromi ungueali e periungueali di origine non traumatica
3. Macchie cutanee ipopigmentate (minimo 3)
4. Shagreen patch (area cutanea ruvida, variamente rilevata)
5. Amartomi nodulari retinici multipli
6. Tuberi corticalia
7. Noduli subependimali
8. Astrocitoma subependimale a cellule giganti
9. Rabdomiomi cardiaci isolati o multipli VLinfangiomiomatosi e/o angiomiolipomi renali

CRITERI MINORI

1. Aree multiple di rarefazione dello smalto dentale
2. Polipi rettali amartomatosib
3. Cisti osseec
4. Linee di migrazione radiale della sostanza bianca a,c,d
5. Fibromi gengivali
6. Amartomi di altri organib
7. Chiazze acromiche retiniche
8. Lesioni cutanee "Confetto"
9. Cisti renali multipleb

a Quando la displasia corticale e le linee di migrazione radiale della s sostanza bianca sono entrambe presenti, devono essere considerate come un unico criterio
b Conferma istologica, è sufficiente la coferma radiografica
d Un membro ritiene che la presenza di 3 o più strie di migrazione radiale costituiscono un criterio maggiore

SCREENING E VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
Bambini Adulti
Genitori asintomatici, bambini o parenti di primo grado, al momento della diagnosi degli individui affetti
Casi sospetti o valutazione diagnostica iniziale
Casi noti senza sintomi d'organo
Casi noti, con sintomi precedentemente documentati
Casi noti senza sintomi d'organo
Casi noti con sintomi precedentemente documentati
Fondo oculare
+ + - + - + RMN cerebrale +a + +b + +c + EEG - - - +d - +d ECG ed ECO cardiaca -f + - +g - +e RMN, TC, ECO renale +h + +i +g +b +g Esame dermatologico + + - +e - +e Test neuropsicologici e di sviluppo - +j +k +e - +e TC torace - - - +e +l +e aSe l'esame clinico è negativo, si consiglia una TC bOgni 1-3 anni cMeno di frequente rispetto ai bambini dSolo se si sospettano crisi epilettiche eQuando clinicamente indicato fNon necessario per la diagnosi gOgni 6 mesi-1 anno finchè non si assiste allâ'involuzione o alla stabilizzazione hGeneralmente si usa l'ecografia iOgni 3 anni fino all'adolescenza jSolo nei bambini kPer i bambini prima che inizino la scuola elementare lPer le donne a 18 anni

Maggiori informazioni e contatti con Associazione Sclerosi Tuberosa visita :
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