Feocromocitoma -- Gli articoli della stampa ---Il mattino 20 febbraio 2010

Da Il Mattino 20 febbraio 2010

Gene del tumore alle ghiandole surrenali isolato da un'équipe padovana
Il gruppo di ricerca del professor Giuseppe Opocher, ordinario di Endocrinologia e capo dell'Unità tumori ereditari dell'Istituto Oncologico Veneto, ha scoperto il Tmem 127, gene responsabile di un particolare tumore alle ghiandole surrenali e, si ipotizza, implicato anche in altre neoplasie: leucemia, cancro a mammella, collo, tiroide, rene e forse anche al pancreas e al cervello
PADOVA. I ricercatori dell’istituto oncologico veneto hanno tradotto un’altra pagina del codice genetico, che da oggi ha un segreto in meno: l’equipe di Giuseppe Opocher ha messo spalle al muro il gene responsabile di un particolare tipo di tumore al surrene. Si chiama Tmem 127, colpevole di far sviluppare il feocromocitoma, ma già ritenuto l’indiziato numero uno di altre forme di tumore.

I geni hanno racchiuso dentro di sé l’identikit di ciascun individuo: dal colore degli occhi a quello dei capelli, dall’a ltezza alla forma del naso. Alcuni di loro però sono meno «romantici», non si limitano a delineare caratteristiche somatiche. La loro presenza è campanello d’allarme per l’insorgere di una lunga serie di malattie, tra le quali il tumore. Per gli scienziati però i geni rappresentano un puzzle con molti tasselli ancora in disordine, difficile intravedere un’immagine nitida. Oggi però la ricerca targata Iov ha aggiunto un nuovo tassello alla traduzione del codice genetico.

NUOVO TRAGUARDO. «I tumori sono una malattia dei geni - spiega Alberto Amadori, direttore scientifico della struttura di via Gattamelata - questo studio rappresenta una tessera in più per dipanare la base genetica delle neoplasie. Nell’arco di qualche decennio, grazie alla ricerca, potremo mirare al primo colpo al bersaglio giusto sconfiggendo definitivamente la malattia». Pier Carlo Muzzio, neodirettore generale, ha espresso soddisfazione per il nuovo traguardo tagliato dall’equipe di Opocher. Al suo fianco Giovanni Franco Zanon, vicepreside della facoltà di Medicina e Franco Mantero, direttore del reparto di Endocrinologia dell’a zienda ospedaliera. Entrambi hanno sottolineato la soddisfazione dell’ateneo per il risultato raggiunto, reso possibile grazie alla costante interazione tra strutture sanitarie ed universitarie ed alla vocazione internazionale della facoltà medica.

LA RICERCA. «Penso che il sogno di ogni ricercatore - ha affermato Opocher - sia quello di scoprire un nuovo gene responsabile della comparsa di una malattia. Lo devo anche alla costanza delle mie collaboratrici ed all’affetto dei miei pazienti perché, nella ricerca, è fondamentale il rapporto che si instaura con loro». L’a vventura del team di Opocher ha avuto inizio nel 2006: «Solo nel 2009 però c’è stata la certezza di aver identificato il nuovo gene. Ora si conoscono in dettaglio la struttura e la funzione di Tmem 127 che, tra l’altro, è intercettata da uno dei nuovi farmaci antitumorali intelligenti». Lo studio è stato reso possibile grazie ad una joint venture con l’Università del Texas ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature genetics.

LO STUDIO. «Abbiamo dimostrato l’importanza e il potere dei tumori ereditari nella scoperta dei nuovi geni». Dietro l’intuizione di Opocher ci sono due famiglie venete, una delle quali è padovana. Due sorelle, entrambe avevano sviluppato la malattia. Così è partita l’indagine genetica che ha portato allo studio di tutta la famiglia. Cinque di loro presentavano la stessa alterazione. Un importante contributo è stato fornito anche da una famiglia trevigiana: in questo caso sono due cugine ad essere state colpite da feocromocitoma. Scatta lo studio ed il team di Opocher scopre che altri nove parenti, spalmati su tre generazioni, presentano la stessa mutazione. «Il feocromocitoma - continua Opocher - è un tumore raro. Ma alcune persone che presentavano l’alterazione erano state colpite anche da altri tumori. Per questo siamo convinti che Tmem 127 abbia un ruolo nello sviluppo di altre neoplasie». L'ipotesi di lavoro è che abbia implicazioni nella leucemia, nel cancro alla mammella, al collo, a tiroide, rene e forse anche al pancreas e al cervello. (20 febbraio 2010)