La Sla. Malattia dei calciatori??

Ultimamente si è spesso sentito parlare di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), nota anche malattia di Lou Gehrig, dal nome di un famoso giocatore di baseball che ne fu colpito. Ma cosa è? E’ una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria.
La SLA è catalogata tra le malattie rare, o malattie orfane, quindi malattie poco studiate e spesso prive di terapie.Le cause che determinano la patologia sono ancora sconosciute.
I sintomi inizialmente quasi invisibili, causano il classico ritardo diagnostico. Si manifesta con la perdita di forza dei muscoli volontari. La debolezza ad una gamba o a un braccio porta a inciampare o a far cadere gli oggetti, accompagnata brevi contrazioni muscolari, crampi, difficoltà nel parlare e nel deglutire.
In breve tempo vengono coinvolti tutti i muscoli determinando una progressiva disabilità. La SLA lascia integre tutte le funzioni mentali e di controllo degli sfinteri ma la disabilità che scatena è gravissima al punto di rendere necessaria la ventilazione assistita.
La malattia colpisce prevalentemente individui di età superiore ai 20 anni, di entrambi i sessi, con una maggiore frequenza dopo i 50 anni.
Secondo uno studio del professor Chiò delle Molinette di Torino su calciatori di serie A e B, i calciatori hanno un rischio 6,5 volte maggiore rispetto alle persone normali di contrarre questa malattia.

Le cause scatenanti sono in fase di studio. Il mondo del calcio si stà muovendo per finanziare la ricerca su questa terribile malattia.

Oggi la SLA è all'attenzione dell'opinione pubblica e della scienza perché ha nuovamente colpito il mondo del calcio italiano.
Il protagonista della triste vicenda è l' ex attaccante della Fiorentina e del Milan
Stefano Borgonovo, affetto da SLA dal 2005.

Ricorda Pier Giorgio Welby, anche lui comunica attraverso un computer che traduce in parole elettroniche ogni piccolo movimento degli occhi.
Ricorda Pier Giorgio per la sua voglia di lottare affinché la sua esperienza sia una risorsa per la ricerca, per la scienza e per i diritti dell'individuo.

C.Palmas & E.Serra