Atlantide: quale ricerca abita in Sardegna? …Alessandra Meloni un cuore che batte per la ricerca
Alessandra Meloni ricercatrice INN CNR Monserrato (CA)
La "mia" ricerca, intesa come quella che vorrei, è una ricerca che si proponga come ultimo obiettivo, quello di trovare una soluzione piu o meno definitiva per le malattie che studia. Questa è, in effetti, l'estremizzazione dell'idea che ho della mia ricerca, più concretamente, mi piacerebbe che ci fosse continuità nelle diverse linee di ricerca, in modo che dove finiscono le competenze di uno inizino quelle di un altro. Questo lavoro sinergico, permetterebbe davvero, di seguire un progetto dall'inizio alla fine ed effettuare così tutto il percorso, dalla scoperta del gene responsabile di una malattai, alla realizzazione di un farmaco che la curi, o che almeno ne curi i sintomi.
Fare ricerca per me è sempre stato un sogno, fin da quando non ne avevo ben chiaro il significato, pensavo che avrei voluto far ricerca. Credo che le potenzialità della ricerca siano altissime, e che un paese che investa energie e attenzioni in questo campo, sia destinato ad un progresso che non potrà che renderlo miglioreo. Chi diventa ricercatore sogna di poter lavorare nel proprio paese per contribuire così alla sua crescita.
Fare ricerca in Italia non è facile. Purtroppo, infatti, il nostro non è un paese con un alto senso del progresso in questo senso. La Sardegna, però, si è un po' distinta rispetto alla media delle altre regioni e, a dispetto del resto del paese, come regione autonoma, si è dimostrata piu sensibile verso la ricerca, investendo, negli ultimi anni, anche in questo campo.
Si fa ricerca per passione, questo è certo e la passione è mossa proprio dall'idea che il raggiungimento di un obiettivo può essere importante per qualcuno, al di la della realizzazione personale. Penso che per un ricercatore non esista soddisfazione piu grande di quella che prova nel momento in cui si rende conto che il suo lavoro può contribuire a migliorare la vita di qualcuno, a dargli almeno una speranza. Io in particolare mi occupo di malattie rare e, devo dire, che per noi la soddisfazione è raddoppiata quando pensiamo che siamo in pochi a studiare queste patologie, proprio perchè si ritiene che la rarità, non giustifichi il dispendio di energie fisiche e/o economiche. In realtà i malati rari sono tanti, e inoltre, spesso, lo studio di queste malattie fornisce spunti importanti per capire e studiare patologie piu comuni.
Un laboratorio è il luogo dove si concentrano le idee, dove si concretizzano i progetti e dove diverse persone lavorano fianco a fianco per raggiungere lo stesso obiettivo. Lavorare a stretto contatto per tante ore al giorno fa si che all'interno del gruppo si raggiunga un livello di confidenza quasi familiare, e questo è una delle cose che amo del mio lavoro.
Non saprei. Di certo la nostra isola è speciale, e soprattutto per i genetisti diventa una fonte inesauribile di spunti per nuove scoperte, un'occasione da sfruttare, un sogno da realizzare.
Credo che una ricerca senza fondi pubblici sia destinata a morire. Qualunque paese ha il dovere di sostenerla in ogni modo possibile perchè da essa dipende il futuro del paese stesso. I ricercatori, poi, hanno il dovere morale di sfruttare al massimo le risorse a propria disposizione ottimizzando le scelte.
Più fondi da investire autonomamente. Tanti laboratori possiedono enormi potenzialità, limitate però da una scarsa disponibilità di fondi. Occorre investire su strumenti e materiale di consumo, ma soprattutto sulle persone, per far si che i nostri ricercatori, di altissimo livello, non siano costretti a partire, lasciando il proprio paese, per realizzarsi in questo campo
I soldi senza la coscienza di un gruppo che davvero abbia a cuore i progetti che segue non possono niente. E' vero però che anche il gruppo di ricerca più forte al mondo non potrebbe lavorare senza fondi... c'è un gran bisogno di entrambe le cose. -Associazione Sindrome di Crisponi e Malattie Rare Sardegna passione per la ricerca dall'isola al mondo |
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